XVII Campionato Italiano

15 e 16 Ottobre 1994

Toscana - Firenze


Vincitore:
Francesco Marconi



Formula:
7 turni + quarti - semifinali e finali

Francesco Marconi conquista il suo quarto titolo italiano. Dietro di lui ben tre giocatori nuovi si affacciano nelle parti alte della classifica: Marco Venerito, Benedetto Romano e Roberto Sperandio. Commenti e approfondimenti dopo i risultati...

Tratto da OthelloNews Anno X (1994) n.4

Due outsiders dietro il re
Marconi conquista il suo ...esimo titolo nazionale, e fino a qui nessuno si sorprende: ormai le sue vittorie si danno quasi per scontate.
Eppure, se gli allibratori inglesi pagavano quote irrisorie per il successo del romano, ben pochi avrebbero azzeccato il "tredici" di domenica 16 ottobre. Ma... come si dice nei racconti, cominciamo dall'inizio.
Firenze, sabato 15 ottobre: al quinto piano di un albergo con vista su Ponte Vecchio si riuniscono i migliori giocatori in attività d'Italia e i nomi dei favoriti sono sempre gli stessi: il pluricampione Marconi, Silvola, Barnaba, Perotti, il campione uscente Antonelli, ecc. Agli altri si affida il ruolo di comprimari, ma...
Al debutto il nuovo programma di accoppiamenti creato da Benedetto Romano dovrebbe sostituire il vecchio programma di Bruno Militello che va in pensione (nonostante il blocco) dopo lunghissimo e onorato servizio, ma che ha suscitato qualche perplessità nella gestione degli abbinamenti.
Francesco Marconi va subito in fuga, vincendo contro tutti gli avversari che si imbattono in lui, Perotti gli si mette alla ruota (perdendo solo l'incontro diretto), e dietro ai due Leandro Tramma si stacca dal gruppo degli inseguitori, prendendo la terza piazza. Quindi un gruppo omogeneo di ben nove giocatori tra gli otto e i sei punti: i cinque con quattro vittorie (nell'ordine dato dal buholz: Silvola, Roberto Sperandio, Romano, Venerito e Barnaba) salgono sull'autobus dei quarti di finale; gli altri rimangono fuori dei "magnifici otto" (primo degli esclusi illustri il campione in carica Antonelli). Ultimo mio cugino Ennio Bye.
Domenica comincia uno scoppiettare di sorprese: "i comprimari" decidono di essere protagonisti e la classifica del giorno precedente viene quasi ribaltata come una pedina di Othello. Venerito supera Perotti, Romano elimina Tramma e Sperandio batte Silvola; tra i primi quattro di sabato solo Marconi salva la testa da questa "rivoluzione" ai danni di un Barnaba fuori forma.
Nelle semifinali Marconi vince contro Sperandio mentre Venerito liquida Romano e si presenta come finalista davanti ad un Marconi ancora imbattuto.
La prima partita comincia e il bolognese si porta in vantaggio, la situazione si complica quando Marconi comincia ad offrire angoli a destra e a manca, ma nulla forma l'azione di Venerito, che si aggiudica il primo set per 34 a 30.
Forse provocato da questa prima sconfitta il campione romano preme sull'acceleratore nelle altre due partite, vincendole e collezionando così il suo quarto titolo nazionale.
Nella finale per il terzo posto Benedetto Romano contende con successo a Roberto Sperandio il terzo biglietto per i mondiali di Parigi, ai quali l'Italia si presenta con la punta più sperimentata ma con due alfieri in piena crescita, dai quali si aspetta più che un risultato, un'occasione di maturazione interanzionale.
Se mi è concesso un personale commento finale ritengo un'ottima notizia il fatto che "sangue nuovo" arrivi ai vertici nazionali: dimostra ai principianti che la situazione non è cristallizzata a favore dei "vecchi maestri" e che quindi può valere la pena impegnarsi per raggiungere alti obiettivi; porta idee nuove e cervelli freschi che potrebbero (forse non a brevissimo termine, non illudiamoci) arrivare a risultati mai avuti prima; e infine stimola i giocatori di alta classifica a riscuotere da quel torpore in cui rischiavano di cadere sentendosi tranquilli nelle loro posizioni.


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