Roberto Sperandio, il mio Othello

28 Marzo 2006


Roberto Sperandio, il mio Othello
La carriera di uno dei giocatori italiani più vincenti

L’Othello è qualcosa di stupefacente, almeno per me. Ho iniziato ad amare questo gioco durante gli esami di maturità, ben quattordici anni fa (sigh! sigh!). Il mio professore di elettronica, Mr. Mauro Perotti, un giorno coinvolse l’intera classe in una partita didattica. Diciamo che non fu proprio lui a coinvolgerci ma, al contrario… ricorrevamo all’Othello, noi studenti, per evitare pesanti interrogazioni. Quasi per scherzo mi innamorai del gioco. La passione fu subito tale che coinvolsi anche Alessandro Tucci, mio amico eterno, a giocare qualche partita insieme. Poco tempo dopo ci ritrovammo di fronte ai tavoli dei tornei , affianco ad un orologio con doppio quadrante! Era il 1993 quando Alessandro ed io andammo all’Internazionale di Roma per capire quanto stavamo apprendendo e quanto potevamo ancora apprendere. Il mio ricordo non può che andare alla partita contro Andrea Silvola. Andrea, che conobbi proprio in quell’occasione lanciò una scommessa (il solito caffè). L’avrei vinta io se avessi fatto più di 10 pedine … di fatto la partita la vinsi 40 a 24 e al turno success ivo Andrea, abbastanza infuriato direi, sconfisse l’allora campione del mondo Marc Tastet. Un anno dopo Alessandro ed io decidemmo di andare a Modena a giocare i Campionati Italiani di categoria. Elisabetta Vecchi, oggi mia Grane amica, stava quasi per raggiungere la fatidica promozione a Maestro ed era incerta se partecipare ai campionati assoluti, per avere quasi la certezza di diventare maestro, o a quelli di categoria, per vincerli. Partecipò ai secondi e fu sconfitta proprio dal sottoscritto in semifinale. Quell’anno vinsi il campionato di categoria vincendo tutte e tredici le partite, guadagnai qualcosa come 300 punti rating, in un solo torneo, e mi ritrovai tra i primi 6 giocatori d’Italia con il titolo di Maestro! Nel 1994 a Firenze mi ricordo che persi lo spareggio con Benedetto Romano valido per la maglia azzurra (arrivai quarto ai campionati italiani). Iniziai a vincere i tornei locali, come il Trofeo Numerica o qualche tappa del Città di Roma. Nel 1995 a Genova, in occasione dei campionati italiani, riuscii nell’impresa di battere su tre partite tutte e tre le volte il mitico Francesco Marconi. In semifinale persi con Donato Barnaba e arrivai quarto anche quell’anno. L’anno dopo, nel 1996, vinsi il primo Gran Maestro in finale proprio con il mio ex professore Mauro Perotti ed iniziò il feeling per questo tipo di torneo. Nello stesso anno vinsi anche il primo Gran Prix italiano e guadagnai la maglia per i Mondiali. Paolo Fasce, allora presidente della Fngo, fece un ottimo lavoro per farmi avere una sorta di borsa di studio dalla Mattel, appena subentrata alla Clementoni, che fu decisiva per la mia partecipazione. Arrivai, con Grane stupore dei veterani, al quinto posto a pari merito con Guy Plowmann (per coefficiente
  Brightwell sesto posto) totalizzando ben 8 punti con vittorie contro Tastet, eldborg e Feinstein. Nel 1997 vinsi il econdo Gran Prix italiano e il secondo Gran Maestro. Arrivai in finale ai Campionati Italiani persi contro Andrea Silvola. Il mondiale si giocò ad Atene ed insieme a Donato e Andrea arrivammo secondi a squadre per la prima volta. In quell’anno vinsi anche la tappa internazionale di Genova contro Marc Tastet. Nel 1998 non difesi il Gran Maestro per degli avvenimenti che successero all’epoca di cui non voglio parlare ma organizzammo, con Andrea Silvola, e vinsi l’Italian All Star in finale con un sorprendente Alessandro Tucci. Fu il primo torneo con premio in denaro. Parteciparono i migliori giocatori italiani, come fosse un Gran Maestro. Non partecipai ai Campionati Italiani per impegni vari. Nel 1999 arrivai secondo al Gran Prix e vinsi il terzo titolo di Gran Maestro. Feci una pessima figura ai Campionati Italiani, torneo nel quale non riuscivo ad esprimere tutto il mio valore forse proprio per un blocco psicologico. I mondiali si giocarono a Milano e il dream team di Roma (tutti i partecipanti: Marconi, Silvola, il sottoscritto e la riserva Tucci erano romani) non brillò come da aspettative. Nel 2000 decisi di ritirarmi dalle competizioni, dopo il secondo posto al Gran Maestro. Tornai a giocare nel dicembre del 2001 in occasione dell’internazionale di Milano, torneo che quell’anno pagava al vincitore circa 500 euro di premio, quale migliore occasione? Mi sorpresi da solo arrivando in finale e vincendo contro Andreas Hoenhe. Nel 2002 per la prima volta conquistai il tanto sognato titolo di Campione Italiano dopo una delle più avvincenti finali contro Francesco Marconi. La vittoria di quel Campionato Italiano , e soprattutto della terza partita per 33 a 31 , ancora oggi, al solo pensiero, risveglia in me tutta la passione per questo gioco. Quell’anno arrivai secondo nel Gran Prix Italiano ed ai mondiali di Amsterdam, dopo una prima giornata tra i primi, finii solo 17.mo. Nel 2003 vinsi il terzo Gran Pr ix Ital i ano cont ro Takuj i Kashiwabara, prevalendo anche nella tappa valida per il Gran Prix Europeo di Roma . Vinsi anche il quarto titolo del Gran Maestro contro Francesco Marconi. Ai mondiali svedesi di Stoccolma feci 8 punti e mezzo guadagnando il 7.mo posto assoluto. Nel 2004 vinsi il secondo titolo italiano ed il quinto titolo di Gran Maestro. Ai mondiali di Londra feci sempre 8 punti e mezzo per la 8.va piazza assoluta. Nel 2005 non ho partecipato ai campionati italiani giocando prevalentemente tornei locali. Nel 2006 c’è in ballo la qualificazione per il trentennale di Tokyo e spero tanto di essere pronto per conquistare una maglia azzurra da “indossare” ancora in quello che è il torneo più bello in assoluto… il Campionato del Mondo.

Autore: Roberto Sperandio

 

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