Memorie di un vecchio Othellista /3 Storia "non ufficiale" dell'Othello in Italia
1981
Arriva la Clementoni, riprende la sfida Morolli-Peccerillo per il titolo italiano e fantastico terzo posto ai Mondiali 81 di Morolli
Dopo l’anno di transizione 1980, in cui la Baravelli aveva “mollato” l’Othello e solo l’intraprendenza di Vincenzo Peccerillo aveva consentito all’Italia di essere rappresentata ai Mondiali di Londra (persino con un insperato terzo posto!), arriva l’anno della svolta: il 1981. La Clementoni di Recanati, famosa azienda familiare di giochi, rileva i diritti per l’Othello in Italia e la Fio (Federazione Italiana Othello) riprende vita. è lo stesso fondatore dell’azienda, Mario Clementoni, che assicura il suo entusiastico supporto all’iniziativa, lasciando poi i dettagli organizzativi al giovane figlio Stefano, che lo sostituirà in seguito alla guida dell’azienda. Il primo obiettivo è di organizzare i Campionati Italiani 1981, dopo il vuoto del 1980. Si deciderà di chiamarlo IV Campionato (dopo il I a Zola Predosa (BO), il II a Sassomarconi (BO) ed il III... non disputato) e la formula prescelta è di 4 tornei regionali, ognuno dei quali qualificherà due giocatori per la finale di Milano. La Clementoni avrebbe poi assicurato la totale copertura dei costi di viaggio e soggiorno per gli otto finalisti a Milano. I tornei di qualificazione sono per area geografica, organizzati tramite i capiarea regionali della Clementoni e i vincitori saranno:
- Nord: Vitale (Milano) e Dario Crivello (Torino)
- Centro-Nord: Pier Andrea Morolli (Rimini) e Piero Zama (Lugo)
- Centro: Emanuele Neri (Roma) e Mauro Bonavoglia (Roma)
- Sud: Vincenzo Peccerillo (Napoli) e Biagio Privitera (Torre del Greco).
Le finali si disputeranno a Milano il 3 ottobre 1981, in una singola giornata e sarà per me l’occasione di incontare per la prima volta la famiglia Clementoni ed instaurare un cordiale rapporto, che si protrarrà per diversi anni, con il giovane e dinamico Stefano Clementoni, che avrà in seguito un ruolo chiave nella nascita della attuale Fngo (ma ne parleremo in una prossima puntata). La formula prevede due gironi da quattro giocatori (con Morolli e Peccerillo teste di serie per via del... glorioso passato) con partite di andata e ritorno, e finale fra i vincitori di ogni girone. Ma la mattina del torneo la prima sorpresa : un giocatore (Piero Zama) non si presenta e saremo quindi in sette a giocare, divisi nel seguente modo:
Girone A : Morolli, Privitera, Neri, Crivello
Girone B : Peccerillo, Bonavoglia, Vitale
Entrambi i gironi non hanno storia, con Pier Andrea e Vincenzo che vincono tutte le loro partite nettamente.
Morolli- Privitera 57-7, 55-8
Morelli-Neri 55-9, 53-11
Morelli-Crivello 50-14, 52-12
Peccerillo- Vitale 48-12, 48-12
Peccerillo-Bonavoglia 48-12, 57-7
Si può notare in particolare la enorme concentrazione di Morolli, vincitore sempre con almeno 50 pedine: dopo la enorme delusione dei Campionati Italiani del ’79 non vuole correre assolutamente rischi e vuole far capire a tutti che è lui il più forte.
Nella battaglia per il secondo posto nel girone A, io ho la meglio di misura su Emanuele Neri (vittoria 48-12 e sconfitta 28-36), giocatore romano con cui avrò modo di giocare diverse partite negli anni seguenti in vari tornei e che sarà, per un certo periodo, uno dei più bravi giocatori italiani. Emanuele ha abbandonato l’Othello ormai da molti anni e vive a Bruxelles, dove lavora per l’agenzia spaziale europea. Nel girone B il secondo posto va a Bonavoglia che batte Vitale 40-24 in entrambi gli scontri diretti. Quindi la finale terza e quarto posto è tra il sottoscritto ed il romano Mauro Bonavoglia, e non ho molta difficoltà ad aggiudicarmi, per la seconda volta consecutiva, il gradino più basso del podio italiano (dopo quello del 1979) con due nette vittorie (59-5 e 46-18). Grandissima è ovviamente l’attesa per la finale Morolli-Peccerillo, i due grandi dell’Othello italiano. È considerata una sorta di “sfida della verità” per vedere chi è il più bravo dei due. Ovviamente la mia simpatia e supporto incondizionato vanno a Vincenzo, con cui si è ormai instaurata una simpatica amicizia e che considero un “fratellino” (tra l’altro eravamo entrambi studenti di Ingegneria all’Università di Napoli), mentre Pier Andrea sta sempre un po' sulle sue, con un suo misteriosissimo “taccuino di aperture” cui nessuno riesce a dare un’occhiata. La finale è al meglio delle due partite, con differenza pedine a fare da discriminante in caso di una vittoria a testa. La prima partita è estremamente equilibrata e vede prevalere il napoletano per uno striminzito 33-31, dopo un grosso errore di Morolli alla mossa 52, in cui Pier Andrea sceglie l’unica mossa perdente tra le sette possibili alternative. É quindi chiaro che sarà la seconda partita quella decisiva e qui il riminese Morolli darà prova di tutta la sua bravura con una netta ed indiscutibile vittoria per 52-12.
É lui il campione italiano 1981: l’onta del 1979 è cancellata e la supremazia sull’Othello italiano riconquistata, con la seguente classifica:
1. Pier Andrea Morolli
2. Vincenzo Peccerillo
3. Biagio Privitera
4. Mauro Bonavoglia
A conferma della ritrosia e “mistero” del personaggio Morolli, neanche nel mio vasto archivio sono riuscito a trovare una sua foto, mentre trovate qui di seguito due “foto d’epoca” di Vincenzo e del |
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sottoscritto. Dopo due anni in cui Peccerillo aveva validamente rappresentato l’Italia ai Mondiali (quarto a Roma ‘79 e terzo a Londra ‘80), sarà di nuovo Morolli ad indossare la maglia azzurra, come nel 1978 a New York. Ed anche ai Mondiali Morolli sarà animato da una gran voglia di riscatto dopo la poco brillante prestazione (due partite, due nette sconfitte per 52-12 e 57-7 contro Maruoka e Heiberg) in terra americana tre anni prima, che gli era valso l’ultimo posto (nono su nove partecipanti).
I Campionati del Mondo 1981 si disputano il 24-25 ottobre a Bruxelles, in Belgio, con la partecipazione di nove nazioni, rappresentate dai rispettivi campioni nazionali:
Giappone (Hidenori Maruoka), Usa (Brian Rose), Italia (Pier Andrea Morolli), Francia (Francois Pingaud), Svezia (Per-Erik Wahlberg), Inghilterra (J.R.Parker), Germania Ovest (Michael Maack), Belgio (Alain Serneels), Olanda (Paul van Hulst).
Si cambia formula rispetto agli altri anni e si passa ad un girone all’italiana con partite di andata e ritorno, con 16 partite da giocare per ogni giocatore. Ovvia la grande attesa per il riscatto del Giappone, ancora scosso dalla imprevista sconfitta a Londra nel 1980, e la curiosità per vedere come se la sarebbe cavata il giovanissimo americano Brian Rose, chiamato alla grande responsabilità di sostituire il campione del mondo uscente Jonathan Cerf, che aveva abbandonato il gioco attivo dopo aver raggiunto il massimo traguardo. Brian Rose aveva dominato i Campionati americani vincendo tutte le partite, cosa mai successa prima agli U.S.Nationals, e precedendo David. Brian si presentava quindi ai nastri di partenza con le credenziali di un potenziale “ragazzo prodigio” dell’Othello mondiale, ma, si chiedevano tutti, sarebbe stato in grado di contrastare un campione come Hidenori Maruoka, già campione mondiale nel 1978 a New York? Il torneo mondiale non deluse le aspettative ed alla fine delle due giornate c’erano due giocatori a pari merito con 14 vittorie e 2 sconfitte: Maruoka e Rose!!! Entrambi avevano vinto una partita a testa nello scontro diretto ed entrambi avevano perso una partita contro lo stesso giocatore: il nostro Pier Andrea Morolli!!! Sì, il bravo Pier Andrea era stato protagonista di quella che deve essere considerata una delle più belle prestazioni italiane ai Mondiali di tutti i tempi, ed era riuscito a battere sia Maruoka che Rose! La partita con Maruoka è caratterizzata da due errori nel finale; alla mossa 51, Pierandrea gioca 51.a5, che avrebbe pareggiato, invece della vincente 51.a6 che gli dava un 34-30. Maruoka faceva un errore ancora più grosso alla mossa successiva 52, giocando una cattiva 52.b8 (- 8) invece della 52.b7, attaccando il 5 sbilanciato del Nero e con cui avrebbe guadagnato almeno un pareggio. Si sarebbe quindi andati ad un incredibile spareggio finale a tre, tra Maruoka, Rose e Morolli, se Pier Andrea non avesse buttato via la più grande occasione della sua vita con una imprevista sconfitta contro il francese Pingaud. A quei tempi non c’erano né computer ne’ Zebra, e quindi Pier Andrea non avrebbe saputo che aveva davvero buttato via una grande occasione. Morolli commetteva infatti due errori consecutivi alle mosse 42, scegliendo 42.h8 (+2) invece di 42.h4 (+10) e 44 giocando 44.h7 (-12) invece di 44.h4 (+2). Comunque con questo fantastico risultato Pier Andrea conquistava il terzo gradino del podio, seconda volta consecutiva per l’Italia, e si rafforzava la costruzione del “mito Morolli” in Italia. Il dualismo con Vincenzo si andava risolvendo a chiaro vantaggio del romagnolo, che nello stesso mese aveva prima battuto il napoletano nella finale dei Campionati Italiani e poi aveva fatto tremare i campioni giapponesi ed americani. Senza alcun dubbio era il più forte giocatore italiano in attività. Tornando al Mondiale, la classifica completa del girone italiano era:
Maruoka (Giappone) 14 pt.
Rose (Usa) 14
Morolli (Italia) 13
Pingaud (Francia) 9
Wahlberg (Svezia) 7.5
Parker (Inghilterra) 7
Maack (Germania Ovest) 3.5
Serneels (Belgio) 3
Van Hulst (Olanda) 1
Si rende necessaria quindi la disputa di un singolo incontro di tiebreak tra Maruoka e Rose per decidere il nuovo campione del mondo. L’esperienza del giapponese, che gioca la sfida decisiva col Nero e che sarà in netto vantaggio per l’intera partita, avrà ragione dell’entusiasmo del giovane americano, e Hidenori Maruoka conquista così il suo secondo titolo mondiale. Si conclude così un anno importante per l’Othello italiano, con un bilancio estremamente positivo: - una grande azienda come la Clementoni appoggia il gioco in Italia e si chiude il vuoto lasciato dall’uscita di scena di Baravelli, con la ripresa dei Campionati Italiani. - l’Italia riscopre di avere un grande campione in Pier Andrea Morolli, in grado di competere ad armi pari con i colossi giapponesi ed americani, mentre Peccerillo si conferma essere l’unico giocatore italiano in grado di poterlo contrastare. A livello internazionale, anche se i giapponesi riconquistano il titolo mondiale perso a Londra, si conferma che ormai non sarà più un dominio assoluto, con altre nazioni come Usa e Italia che sono in grado di far tremare anche i campioni nipponici. Tutto ciò è di buon auspicio per un nteressante 1982, che tratteremo nella prossima puntata.
Autore: Biagio Privitera |