GPE: Borassi regala la vittoria all'Italia

30 Settembre 2008


GPE: Borassi regala la vittoria all'Italia
Raccontata dal diretto interessato, tappa per tappa il resoconto del primo importante successo internazionale per un italiano.

Anche quest’anno siamo arrivati (quasi) a fine stagione. Mancano solo i Campionati Italiani, poi la squadra che ci rappresenterà a Oslo sarà completa, e tutti assisteranno all’ultimo torneo dell’anno, il più importante. E vorrei iniziare questo articolo proprio a partire dai mondiali, non i mondiali che verranno, ma quelli dell’- anno scorso. La nostra squadra in fondo doveva essere il meglio che potevamo schierare (in fondo nessuno aveva dato forfait), ma non è mai riuscita a essere competitiva. Non siamo mai stati nelle posizioni “che contano”, anche se con una bella rimonta finale siamo riusciti a ottenere un risultato almeno discreto. Ripensandoci, è stato proprio per questo che ho capito che il mio gioco era molto specializzato, ma che non era per niente flessibile. Un po’ come una Ferrari che vuole fare una gara di rally … Insomma, era necessario mettersi in discussione, imparare nuove cose, confrontarsi con la novità.In altre parole dovevo girare l’Europa, e l’occasione migliore, per me, era senza dubbio l’EGP. Si tratta di 11 tornei sparsi per l’Europa, e la classifica finale viene stilata tenendo conto dei migliori 5 risultati, formula stata decisa dopo una lunga discussione e non poche polemiche. Quasi tutti, infatti, dicono che i tornei sono troppi che si rischia di ottenere tanti punti solo scegliendo i tornei “giusti”, dove il livello è più basso. È vero, ma è anche un peccato negare a una nazione la possibilità di organizzare un EGP. Inoltre, più tornei si organizzano, più possibilità ci sono di allenarsi, giocare e viaggiare nei giorni che per ognuno sono più favorevoli. Le due posizioni sono entrambe sostenibili e sensate, ma bisogna prendere una decisione e il dibattito continua. Ma, lasciando perdere le polemiche, veniamo al dunque e vediamo cosa è successo quest’anno.

PRIMA TAPPA: MILANO
Il nostro tour dell’Europa parte proprio da casa, o meglio da una ludoteca a meno di un km da casa mia. I partecipanti sono abbastanza, anche se forse si poteva sperare in qualcuno in più (dei vari possibili alcuni hanno abbandonato per problemi di alloggio, o di prezzo degli aerei). Il gruppo dei milanesi è ovviamente quasi al completo, mentre da Roma nessuno tranne Alessandro decide di partecipare. Peccato, perché forse avrebbero reso il torneo più eccitante. Comunque, la classifica si delinea abbastanza a fatica, e non c’è un vero dominatore fino quasi alla fine del primo giorno. Appena io comincio a prendere vantaggio, dopo il primo giorno, vengo fermato da Donato, che poi pareggia con Alessandro a causa di un errore a 3 mosse dalla fine, probabilmente dovuto al tempo. Con questo si delinea definitivamente la classifica e viene deciso che io (dopo essermi ripreso dalla sconfitta con Donato e aver fatto 3 vittorie negli ultimi 3 turni) avrei giocato la finale con lo stesso Alessandro. Dietro a noi, Imre e Donato per il terzo posto. Le finali sono state giocate in un’atmosfera abbastanza strana, dato che tutti erano andati via e rimanevamo solo noi quattro a sfidarci. Alessandro vuole tentare il tutto per tutto: gioca un’apertura molto strana nella prima, e riesce a sorprendermi abbastanza bene, ma entra con uno svantaggio abbastanza netto nel centropartita e nonostante vari tentativi non riesce a recuperare. Nella seconda, sfodero la mia Greenberg, e arriviamo in una situazione in cui lui è quasi chiuso, ma non ci sono linee facili per me. Comunque, contando, riesco a trovare un 34-30 che mi garantisce di vincere partita e torneo.

SECONDA TAPPA: CAMBRIDGE
Nella città universitaria, dopo esserci incontrati tutti il venerdì sera, si inizia a fare pronostici, a chiacchierare e soprattutto a raccogliere le energie mentali per i due giorni successivi. Non tantissima gente, ma tutti davvero forti e determinati, per giocare un torneo dove nessuna partita è facile. Tutti si aspettano Albert, Takuji e Imre e Shunsuhe (giapponese parecchio forte) a darsi battaglia, dopo i vari duelli negli EGP dell’anno scorso. Io volevo essere il quinto incomodo. Riesco abbastanza bene nel mio intento e dopo quattro vittorie al quinto turno batto Takuji rimanendo in testa da solo. Subito Shunsuhe mi riporta tra gli altri, battendomi dopo una partita molto bella e combattuta e ottenendo la testa insieme a me e Caroline. Il secondo giorno vede una mezza crisi di Caroline che perde qualche partita di troppo, e una crisi di Shunsuhe che si perde per Londra e non fa in tempo ad arrivare. Quando arriva, due punti sono andati agli avversari per forfait, e può solo ottenere la finalina con due vittorie. Approfitta invece delle crisi Sébastian, in gran forma, che entra in finale dietro a me. Per la prima volta, la squadra francese si riunisce ad aiutare il loro rappresentante in finale, scena che si ripeterà molte volte in seguito e che li aiuterà molto. Con questo, Sébastian riesce a mettermi in difficoltà, ma non mi spezza, e riesco a vincere la prima partita con un “colpo di mano” nel finale. Nella seconda, il francese decide di giocare la diagonale, avendo preparato molti buoni antidoti contro il mio serpente, ma io, sapendo che lui non è affatto un diagonalista, gioco il bufalo. Non bastano gli antidoti contro un bufalo che ti carica e anche la seconda partita è mia. Premiazione, saluti, un altro giro nella città tra i college e alla prossima.

TERZA TAPPA: BERLINO
Per iniziare a conoscerci, tutti a giocare a bowling !!!! Matthias sembra davvero in forma e straccia tutti, però dice che non ha studiato abbastanza e che nel torneo “vero” non sarà così. Modestia? Ce lo chiedevamo tutti, ed eravamo davvero tanti (36 partecipanti in tutto). Il giorno dopo, si comincia: il mio cervello sembra non funzionare, vinco più o meno per caso, o per errori degli avversari, le prime tre partite, mentre alla quarta Mariusz non mi dà scampo. Si forma una testa della classifica tutta polacca. Pian piano mi riprendo, risalgo, e ci troviamo in quattro persone a 5 punti su 6: io, Marek, Mariusz e Kamil. Un pareggio tra Mariusz e Marek e una mia vittoria con Kamil mi permettono di sfondare il muro polacco e passare in testa a fine giornata. Io seguito da sei polacchi. Il secondo giorno, i primi posti non si modificano di molto, ed entro in finale con Mariusz. Lui dice che in queste due partite ho avuto la fortuna di avere finali facili, io non mi pronuncio molto, fatto sta che lui on è molto concentrato, si sente superiore e spreca qualcosa. Ne approfitto per ottenere la terza vittoria consecutiva.

QUARTA TAPPA: AMSTERDAM
Dopo tre vittorie di fila, devo fermarmi. Mentre ad Amsterdam si lotta sulle scacchiere, io sono a Senigallia a lottare per le Olimpiadi di Fisica. Peccato, perché ha partecipato davvero tantissima gente, e tantissimi giocatori di livello europeo e mondiale. La classifica finale comunque lascia qualche dubbio: i polacchi, dopo essersi dimostrati veramente forti a Berlino, non riescono a entrare veramente nella lotta per la finale, e anche Nicky, Remko e Albert non lottano al meglio delle loro possibilità. Vengono sostituiti da due quasi sorprese, Robin Tomei, che entra in finale e gioca un ottimo torneo, e Thomas Douda, di cui si era sentito parlare davvero
  poco. In ogni caso, la “fortuna del principiante” non basta a Robin contro un Takuji davvero impeccabile, che pareggia una partita con Robin nel girone e vince tutto il resto, candidandosi già come mio avversario per la vittoria finale dell’EGP.

QUINTA TAPPA: COPENHAGEN
Valigia pronta, studio completato, aereo il mattino dopo e 39 di febbre: così sfuma la mia speranza di andare a giocare a Copenhagen. Restano 12 giocatori, non molti, ma molto forti come prova l’ottavo posto di un giocatore di livello mondiale come Roman. Un ottimo girone porta Milosz al primo posto, che usa sempre la solita strategia di giocare aperture abbastanza standard, e vincere grazie a una padronanza del gioco e uno studio delle varianti davvero eccezionale. Appena dietro Takuji, che cercava in tutti i modi di difendersi da me che cercavo di portargli sfortuna da casa. Ma le mie gufate non bastano: sembra essere il suo momento d’oro, dopo essere entrato in finale studia Milosz alla perfezione e di certo non si può battere Takuji sulle aperture standard. Milosz fa di tutto, ma è prevedibile, e Takuji si impadronisce senza troppe difficoltà del secondo successo di fila. Comunque siamo ancora 3-2 per me.

SESTA TAPPA: STOCCOLMA
Non è un EGP questo, è un mondiale. Si vedono giocatori abituati alle primissime posizioni che si trovano a metà classifica, 20esimi, 30esimi. Il vice campione del mondo Stéphane finisce 11esimo, Martin 23esimo, Nicky 24esimo, e non si può parlare di crisi se così tanti giocatori forti sono così bassi in classifica. Anche il nostro Francesco è rimasto deluso da un 26esimo posto, e mi scuso con lui se non ho proprio potuto accompagnarlo a questo torneo come avevo promesso precedentemente. In realtà, lui aveva sostenuto a lungo questa idea, ma a causa di vari impegni dell’ultimo minuto nessuno lo ha aiutato e lui è rimasto da solo. Mi dispiace davvero, perché in questo momento abbiamo proprio bisogno di sproni di questo tipo. Ma veniamo alla zona alta della classifica: Dominik, sorprendendo tutti e anche se stesso, riesce ad arrivare primo dopo 11 turni, mentre Imre, che non manca mai gli appuntamenti importanti, è secondo, a pari punti con Takuji. Quarto Emmanuel, che poi batterà Takuji nella finalina ottenendo la terza piazza. Per la finale, invece, come già successo la fortuna del principiante non basta, e Imre riesce a portare a casa la coppa e i complimenti di tutti, rifacendosi del playoff perso al mondiale con Matthias.

SETTIMA TAPPA: DANZICA
Ecco i polacchi al completo, e purtroppo pochi altri, dato che l’unico straniero che ha partecipato è stato Bintsa. Ci si chiede il perché di così poca partecipazione, c’è chi pensa che Danzica sia difficile da raggiungere (i voli erano tutti costosi), o chi pensa che il momento dell’anno non è dei più favorevoli. E poi ci sono i polacchi, che dicono che tutti hanno paura di loro e non vogliono sfidarli. Chissà … Se non altro, i giocatori sono molto forti e dopo un girone all’italiana entrano in finale Mariusz e Pawel. Linee molto lunghe di apertura, come insegna la giovane scuola polacca, e basta una piccola svista per perdere. È quella che capita a Pawel nella prima partita, che non vede la sequenza giusta appena fuori apertura e rimane chiuso: Mariusz domina la partita e vince. Nella rivincita, è Pawel che vince un finale molto combattuto sulla Rose, e infine la bella è vinta molto bene da Mariusz che conquista un EGP anche quest’anno. Kamil e Milosz completano le prime quattro posizioni.

OTTAVA TAPPA: BARCELLONA
Dopo il re degli EGP, passiamo a un torneo molto più modesto. Nessuna organizzazione di serate, solo il torneo, in una sala offerta da uno dei partecipanti. Nove giocatori, un girone all’italiana seguito da semifinali e finali. Io e Takuji partecipiamo alla ricerca di punti facili, dato che gli altri giocatori sono al livello di giocatori di categoria italiani. Lui vuole finalmente raggiungermi a 3 vittorie, io voglio scappare alto in classifica. Come previsto, ci incontriamo in finale e vediamo se gli studi di una settimana fruttano. La prima partita è davvero tiratissima: alla fine tocca a lui contare, e ha una linea vincente ma impossibile, una abbastanza normale che pareggia e tutte le altre perdenti. Segue la linea pari, ma a 5 mosse dalla fine getta alle ortiche la partita e mi offre un 33-31. Nonostante avessi poco tempo, riesco a contarlo e a portare a casa la vittoria. La seconda la gioca bene, ma avevo studiato troppo: gioco una partita perfetta, esclusa la mossa 3, e non gli offro scampo. A questo punto, un’altra vittoria e l’EGP è mio.

NONA TAPPA: GENT
Questo è l’EGP in cui ho deciso di giocare il primo match point. Le giornate erano state scelte apposta per coincidere con una festa di paese, e tanti giocatori hanno potuto partecipare. Favoriti della vigilia io, Takuji, Nicky, Tom e Sebastian. Sebastian è davvero in forma e fa 7 su 7 il primo giorno, vincendo molto bene un finale combattutissimo nella partita contro di me, e facendo molte altre prodezze per battere tutti e quattro i principali avversari. Secondo io a 6 punti, ma senza aver giocato con Takuji e Nicky. Il secondo giorno vede di nuovo una superiorità netta di Sebastian che si porta a 11/11, mentre io entro in finale con 10/11 nonostante un’ultima partita giocata senza troppo impegno e pensando solo alle partite successive con il francese (ero già matematicamente qualificato). La finale è veramente impegnativa: vinco la prima, in cui Sebastian non ha giocato una bella apertura, ma poi perdo la seconda per varie leggerezze nel finale. È lui che sceglie il colore per la terza e ovviamente decide di essere il Bianco, con cui aveva già vinto una partita. Vedo che lui non analizza la secondadi finale, e decido di giocare esattamente la stessa apertura. Scelta stranissima, ma non avevo la più pallida idea di cosa fare, e mi sembrava potesse funzionare. È così: lui cerca a lungo delle possibili varianti rispetto alla linea precedente, e quando ne trova una la gioca, ma io ero abbastanza preparato, e non gli ho dato scampo. Finita la partita, crollo stanchissimo sulla sedia, sto male, sono davvero spossato, ma è fatta. L’EGP è vinto.

DECIMA E UNDICESIMA TAPPA: PARIGI E PRAGA
Io ormai decido di smettere di girare l’Europa, ho troppi impegni e poi ormai ce l’ho fatta. Gli ultimi EGP sono interessanti, ma purtroppo hanno pochi “interessati” e le informazioni sono ancora più scarse. Per dovere di cronaca, dirò che a Parigi Sebastian è riuscito a ottenere il primo suo EGP della stagione contro Takuji, dopo essere stato fermato da me due volte in finale. A Praga Roel, in un momento d’oro, riesce a portare a casa l’unica vittoria “a sorpresa” di quest’anno, contro Nicky. Complimenti anche a loro, anche se il poco interesse per un EGP già concluso ha un po’ eclissato i loro risultati (almeno a livello europeo).

Non rimangono che i convenevoli, e ormai staremo tutti incollati al computer in attesa dei prossimi mondiali, quando veramente si vedrà chi è forte e chi ha avuto solo degli exploit. Nell’attesa, ringrazio tutti di aver letto questo (lungo) articolo, e ci si vede al prossimo torneo!!!!

Autore: Michele Borassi

 

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