Formula: 13 turni + semifinali e finali
Tratto da Nero su Bianco Anno 2008 n.1
Tominaga Kenta impone la legge del sol levante Atene. Solito ambiente, alcune facce note, molte facce nuove, solito mix di simpatia e adrenalina tipico degli appuntamenti othellistici importanti. Già dal giorno prima del torneo si incontrano molti giocatori, venuti da ogni parte del mondo, si fanno nuove conoscenze, si chiacchiera, si vedono i vecchi amici magari dopo mesi o addirittura anni. Ma nella mente di tutti, un unico obiettivo: una di quelle quattro sedie di fronte ai tavoli delle semifinali. È durante il cocktail di benvenuto che questa atmosfera raggiunge l’apice, le tensioni dei vari giocatori si sommano, ma si somma anche la felicità di ritrovare persone simpatiche, e di riunire la squadra italiana in vista del grande appuntamento. Dispiace solo che Francesco ha avuto qualche problema con l’aereo e non è potuto essere presente a questi momenti preparatori. Dopo aver temuto per parecchio tempo di essere stati esclusi dalle estrazioni (non ci volevano proprio estrarre !!!), appare il nome di Francesco, che dovrà giocare contro Ching Chun Wuen, poi il mio, contro Martin Odegard (un ragazzo simpaticissimo con cui ho avuto buoni rapporti durante tutto il torneo). Ormai eravamo convinti che il rotolino di carta con il nome Roberto Sperandio fosse stato perso. Terzultima estrazione: niente. Penultima estrazione: niente. Ultimo nome: ecco che la squadra italiana si completa. Roberto è all’ultimo tavolo contro Velma Fu. Salutiamo tutti e ci ritiriamo, sapendo che una bella dormita è quello che ci vuole se l’indomani vogliamo essere competitivi. Inizia il torneo: un bel primo turno ci porta 3 vittorie, ma il secondo turno è letteralmente impossibile, dato che Roberto è contro Kenta Tominaga, io contro Ben Seeley e Francesco contro Tetsuya Nakajima. Buone le partite mie e di Roberto, entrambi molto vicini alla vittoria, mentre Francesco fa più fatica. In ogni caso tre sconfitte, ma l’ottimismo continuava ad animarci, data l’enorme difficoltà delle partite. I turni si susseguono e, a parte qualche piccolo capitombolo, riusciamo ad andare bene fino all’inizio del pomeriggio. È ora che si cominciano a incontrare sempre giocatori forti, e da qui non ci sarà più tregua fino alla fine. Gli stranieri inventano aperture molto particolari, riescono a giocare mosse strane, molto “da computer” e ci sorprendono. Noi siamo abituati a schemi classici, usiamo uno stile piuttosto stereotipato, sia in apertura che durante la partita, studiamo il singolo avversario, preferiamo le mosse umane alle mosse “strane”. Per gli altri non è così: hanno capito che se si vuole vincere bisogna cambiare, essere imprevedibili, attaccare, far sudare gli avversari, riuscire a complicare anche i finali in cui si è molto in svantaggio. È per questo che ci siamo scontrati contro un “muro” di giocatori, che non siamo più riusciti a giocare come avremmo voluto, e che siamo andati in crisi. Morale: dopo il primo giorno abbiamo tre punti io e Roberto, quattro Francesco. Intanto si era formato il trenino di testa, per fortuna assai ricco di facce europee, a differenza degli ultimi tempi. Matthias Berg, Stéphane Nicolet, Imre Leader, Kenta Tominaga erano tra i primi, comunque seguiti da un bel gruppo di giocatori pronti a entrare nel trenino di testa. Intanto noi italiani, dopo una prima giornata nettamente al di sotto delle aspettative, abbiamo preso una decisione: da ora dobbiamo vendere cara la pelle a ogni partita, cercare di imparare dallo stile degli stranieri e ribaltare un torneo che non stava dando i risultati sperati. Forse, in effetti, le aspettative erano troppo alte, dato che in particolare quest’anno ci siamo chiusi nei nostri tornei nazionali e abbiamo giocato molto poco all’estero. Comunque il secondo giorno siamo di nuovo carichi, anche se si pensa più che altro a tornare a casa con un punteggio decente, e i sogni di gloria sono ormai sfumati quasi del tutto. Pian piano si risale, ci riprendiamo, ricominciamo a scalare la classifica, e riusciamo a concludere bene un mondiale che, visti i risultati del primo giorno, sembrava davvero nero per la squadra italiana. Otto punti io, sette e mezzo Francesco e sette Roberto, quarti di squadra con 21 punti e mezzo. Non siamo felicissimi, ma comunque siamo abbastanza fiduciosi e soddisfatti di aver saputo recuperare un mondiale che stava andando veramente male. E poi, ora che abbiamo capito il nostro punto debole possiamo cominciare a impegnarci anche noi a variare, a essere imprevedibili, nel tentativo di prendere parte a questo sviluppo che sta investendo il mondo othellistico e che può riportarci a sperare nei grandi risultati del passato. A questo punto, non ci rimane che goderci le partite tra i più forti giocatori del mondo e vedere chi alzerà al cielo la coppa. Nel playoff Matthias Berg batte Imre Leader in una partita molto combattuta, in cui il tedesco è riuscito a ottenere un grande vantaggio in apertura, che poi ha pian piano scialacquato fino a offrire un +2 all’inglese. Ma la sequenza era veramente molto difficile, e neanche un giocatore del calibro di Imre Leader è stato in grado di vederla. Pertanto, in semifinale Kenta Tominaga (primo nel girone con 12 punti) gioca contro Matthias Berg (che ha vinto il playoff e ha ottenuto 9 punti), mentre sull’altro tavolo si affrontano Tetsuya Nakajima (che ha ottenuto 10 punti con una bella rimonta alla fine) e Stéphane Nicolet (che ha giocato un mondiale molto bello, ottenendo 9,5 punti). Entrambe le semifinali si concludono alla terza partita. Kenta batte Matthias con due vittorie e un pareggio senza errori, dato che nell’ultima partita il tedesco era veramente stanco e non è riuscito a mantenere la concentrazione che lo aveva contraddistinto nel girone. Stéphane fa più fatica, ma riesce nell’impresa di battere Tetsuya grazie alla sua straordinaria capacità di mettersi in situazioni semplici e complicare la posizione avversaria. Nella finale 3°-4° Matthias batte Tetsuya 33-31 in una partita molto bella e combattuta, mentre la finale femminile è di Yukiko Tatsumi che batte Caroline Sandberg Odsell a causa di vari errori nel finale da parte della svedese, in netto vantaggio nel centropartita. Ma passiamo alla sfida per la vittoria: Kenta perde la prima partita, ma nella seconda riesce a rifarsi e a sconfiggere Stéphane. Nella terza il francese soffre la stanchezza e, secondo un copione già realizzatosi in semifinale, Kenta lotta per non scialacquare tutto il vantaggio ottenuto in apertura e nel centropartita. Nonostante vari piccoli errori, riesce a mantenere 10 pedine di vantaggio, conquistando un mondiale molto difficile e combattuto. Penso che sia stato il più forte, e che si sia meritato in pieno questo straordinario successo, anche se questo era il suo primo mondiale. Ora, non resta che salutare tutti, godersi la cena finale e prepararsi a tornare a casa, pensando alla qualificazione per i prossimi mondiali, dato che i posti sono solo tre, mentre la gente che vuole partecipare è tanta. Quindi, in bocca al lupo a tutti, e vinca il migliore (o meglio vincano i tre migliori)!!!
Michele Borassi
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