Formula: 13 turni + quarti, semifinali e finali
Il primo mondiale "alternativo" organizzato della federazione Giapponese si è concluso con un vincitore a sorpresa: Junya Ito. Che il ragazzo fosse bravo lo si sapeva già, Junya aveva vinto pochi mesi prima l'ottantesimo Shinagawa Open davanti a gente come Suekuni, Murakami e Nakajima, ma per lui ("solo" sesto DAN) ripetersi davanti a gente come Hideshi Tamenori, Yusuke Takanashi e Kazuki Okamoto, sembrava quantomeno improbabile. Inoltre Kazuki, il ragazzo di Osaka, aveva acceso tutti i riflettori su di sé. Vincendo 13 turni su 13 si è qualificato prepotentemente negli otto come miglior giocatore e principale favorito, ma in finale non ha potuto nulla contro Junya Ito, che si è imposto nettamente per due partite a zero.
In tutto questo gli europei non hanno sfigurato, o almeno non troppo. Siamo sempre stati abituati a vedere i giocatori giapponesi fare bene, anzi benissimo nel mondiale di novembre (mai come quest'anno dove tutte e tre le posizioni del podio sono state conquistate dai giocatori del sol levante), ma restava la curiosità di capire in un torneo così ricco di nipponici dove si potessero inserire "gli altri". Su 58 giocatori ben 19 (un terzo) erano giapponesi. I più forti sicuramente. Alla fine si desume che i mostri sacri restano tali (e per loro fortuna non sono solo 3), ma a parte quei sei o sette campioni, i restanti sono al nostro livello. Fra i nostri dobbiamo fare un plauso al francese Arnaud Delaunay e al britannico David Hand, capace addirittura di vincere lo spareggio con Hideshi Tamenori. Hand si è poi arreso ai quarti contro il fortissimo Okamoto, mentre Delaunay è giunto addirittura quarto! L'italiano Francesco Marconi, ha avuto una prima giornata shock, riuscendo a fare un solo punto su sei partite, ma si è ripreso alla grande il giorno seguente, vincendone cinque su sette. Conoscendolo non sarà soddisfatto del suo ventinovesimo posto, ma avrà la soddisfazione di portare con se un'esperienza unica, da raccontare negli anni.
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