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XXVI Campionato del mondo di Othello |
dal 6 al 9 Novembre 2002 |
Federazione Nazionale Gioco Othello - Amsterdam -NL- |
Vincitore: David Shaman |
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Formula: 13 turni + semifinali e finali
Amsterdam. La città dei canali, delle piste ciclabili, dei quartieri a luci rosse, del museo di Van Gogh, della casa di Anna Frank. La città del Dam, nel 2002 è anche la città dei ventiseiesimi Campionati del Mondo di Othello. La squadra olandese anche quest'anno annoverava tra le sue file il campione americano David Shaman, vincitore del titolo mondiale già nel 1999 con la bandiera dei paesi bassi (Shaman aveva vinto il suo primo titolo già nel 1993, ma rappresentando il suo paese d'origine, gli Stati Uniti appunto). La speranza, per tutti gli olandesi, era che la loro punta di diamante bissasse quel successo, soprattutto ora che si giocava in casa. A contendergli il titolo sicuramente l'intera squadra americana, composta dalle stesse persone dell'anno precedente, Rose, Schreiber e Seeley, con quest'ultimo, molto giovane ma finalmente maturato, in grado, si diceva già in partenza, di poter competere alla pari con gli altri due. Non bisognava però sottovalutare i campioni giapponesi, Hideki Kitajima e Tatsuya Komano in particolare che tanto bene avevano fatto nel corso dell'anno in patria. L'Italia schierava ai nastri di partenza un'ottima squadra, composta da Donato Barnaba, Benedetto Romano e Roberto Sperandio. I tre avevano sicuramente il potenziale per centrare almeno il terzo posto nella competizione a squadre, ma come vedremo, sebbene un risultato mediamente sufficiente, non brilliamo come avremmo potuto. Al termine del primo giorno registriamo la buona prova di Roberto, capace di vincere 5 partite su 7, e la discreta prova di Donato e Benedetto, con 4 punti. Roberto aveva perso due punti contro il giapponese Hideki Kitajima e contro Ben Seeley proprio all'ultimo turno del primo giorno, contro il quale aveva subito una severa lezione (54 a 10). Il secondo giorno inizia nel migliore dei modi. Tre partite, tre vittorie, con Barnaba e Romano che si avvicinano al gruppo dei migliori e Roberto che riaggancia il treno del quarto posto. Poi però per Sperandio, in maniera quasi incomprensibile, la luce si spegne e arrivano 5 sconfitte consecutive (prima della vittoria dell'ultimo turno) che gli lasciano un grande rammarico ed una grande delusione. Al decimo turno Donato Barnaba batte Rose e prova anche lui ad aggrapparsi alla scia dei migliori, ma prima Leader e poi Shaman lo ricacciano in una zona poco gratificante della classifica. Benedetto invece ha raggiunto gli 8 punti vincendo le ultime due partite (tra cui una contro Roberto per 33 a 31) e non ha mai avuto la chance concreta di avvicinarsi al quarto posto. Alla fine l'Italia si piazza quinta, con due giocatori ad 8 punti ed uno a 7 (per ironia proprio colui che sembrava più vicino all'impresa). (continua dopo i risultati...)
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Se vogliamo rimproverare una cosa ai nostri campioni è stata la mancanza di costanza, perché il salto di qualità, inteso come la capacità di alzare l'asticella contro i giocatori più forti, questi maestri ce l'hanno da tempo (vedi ad esempio proprio la vittoria di Donato contro Rose). E' mancata la capacità di tenere lo standard elevato per più turni consecutivi, soprattutto nei momenti cruciali. Fiduciosi che su questo aspetto i nostri maestri possano lavorarci sopra, lasciamo la cronaca di questo mondiale con due appunti sulla fase finale. Al termine del girone di qualificazione, sicuramente chi ha deluso di più sono stati i giapponesi, incapaci addirittura di entrare in semifinale, mentre l'americano in teoria meno espoerto (Seeley) si piazzava al primo posto con 10.5 punti. Shaman vince il suo terzo titolo mondiale dopo aver superato proprio Ben Seeley facendo la gioia dei padroni di casa. Con questo terzo titolo l'americano... pardòn, l'olandese raggiunge Murakami nell'albo d'oro dei mondiali, confermandosi uno dei più grandi di sempre, alle spalle del solo Hideshi Tamenori. Terzo e quarto, rispettivamente il britannico Imre Leader e il francese Takuji Kashiwabara, entrambi autori di un torneo solido e convincente.
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