XVI Campionato del mondo di Othello

dal 4 al 7 Novembre 1992

Federazione Nazionale Gioco Othello - Barcellona -E-


Vincitore:
Marc Tastet



Formula:
13 turni + semifinali e finali

Tratto da Othello News Anno VIII n.4

Coloro che conoscono l'Othello da qualche anno si aspetteranno di trovare questo articolo molto simile a quello degli anni precedenti: la vittoria del solito giapponese, la mediocre prestazione degli italiani, la speranza che l'anno prossimo vada meglio,...
E invece no! Quest'anno ci sono alcune novità.
Per la prima volta un giapponese non arriva neanche in semifinale.
Per la prima volta la squadra italiana si classifica, da sola, al terzo posto.
Per la prima volta da quando la partecipazione al Mondiale è stata elevata a tre giocatori per anzione un italiano si piazza al terzo posto.
Spero che tanto basti ad indurvi a continuare la lettura. Per invogliarvi ulteriormente mi permetto di ricordarvi che la carriera giornalistica del vostro cronista dipende in maniera determinante dal successo che queste righe riscuoteranno presso di voi.
Ed eccoci alla cronaca (bianco-nera).
Il lunedì recedente al torneo mi sono recato a Roma, ospite di Francesco e dei suoi due gatti, allo scopo di allenarmi insieme ai giocatori capitolini. Pur essendomi dedicato quasi esclusivamente all'attività turistica ho trovato il tempo di analizzare qualche apertura con il mio ospite e di giocare un paio di partite con Mauro Perotti. Il fatto di averle perdute entrambe mi ha convinto di essere in buone condizioni di forma (misteri della psicologia).
Il mercoledì mattina, giorno previsto per la partenza, ci rechiamo in aeroporto dove incontriamo Augusto con la sua ragazza Valentina e ci imbarchiamo sul volo per Barcellona dove arriviamo alle 13.30. Messe da parte le lire, iniziamo a fare i conti con le pesetas e con i menù catalani assolutamente incomprensibili come abbiamo avuto occasione di apprendere durante il primo pranzo spagnolo che abbiamo consumato insieme ad alcuni altri giocatori. Ordiniamo a caso una pietanza con alterni risultati: a me tocca una patata lessa guarnita con una ciliegina candita e tra mucchietti di maionese, al francese Penloup vanno dei cuori di palma dall'aspetto poco rassicurante, Oleg Stepanov ordina un'arancia e gli viene servito un microscopico mandarino con ovvio disappunto del russo che è corporatura piuttosto imponente, Marconi, più fortunato, pasteggia con del polpo arrosto ed un quarto di vino (forse per dimenticare i risultati degli anni precedenti).
La sera di mercoledì ci incontriamo con tutti gli altri giocatori per consumare un ottimo buffet ed assistere agli accoppiamenti del primo turno. Il nostro Mondiale non sembra iniziare sotto una buona stella: a me tocca il futuro vincitore Marc Tastet e gli altri due italiani si incontreranno tra di loro.
Il mattino successivo, dopo aver proceduto all'eliminazione di uno scarafaggio residente con la sua famiglia nel bagno della mia stanza (non si può certo dire che fossimo in un bell'albergo), ci rechiamo presso la sede del torneo per iniziare finalmente a giocare.
Mentre Marconi batte Brusca in una partita che i due avrebbero preferito giocare in albergo in modo da poter dormire qualche minuto in più, io ho l'onore di sperimentare quella che sarà l'arma vincente di Tastet: una novità torica sulla vecchia variante Rose. I restanti turni della giornata si susseguono con alterni risultati e, dopo sette partite, troviamo in testa Shaman e Tastet con 6 punti, seguiti da Berner, Jujem, Feinstein e Marconi con 5, più indietro Augusto ed io. Nella classifica a squadre, dominata da Gran Bretagna e Francia, occupiamo un buon terzo posto in compagnia della Danimarca con la Svezia a mezzo punto. Il bilancio intermedio può considerarsi abbastanza positivo e, pur consapevoli delle inevitabili difficoltà che incontreremo il giorno dopo, iniziamo a nutrire qualche speranza di vedere un italiano in semifinale. Con questi auspici si conclude la serata, alle 22 io e Francesco siamo già a letto (ognuno nel suo) mentre non ho notizie di Augusto e Valentina (posso solo dire che il giorno seguente i due si sono presentati con qualche minuto di ritardo...)
Con l'ottavo turno, il primo della seconda giornata, per Francesco iniziano le difficoltà che, nel caso specifico, sono sinonimo di David Shaman il quale vince e lo ricaccia indietro nella classifica. Intanto Augusto perde con Stanton e io vinco con Kieulf. Nel nono turno ancura una sconfitta per Marconi con Tastet mentre io perdo con Vallund e Augusto vince con Waser. Ora Francesco sa di non poter più sbagliare se vuole andare in semifinale e quindi decide di fare sul serio, batte in successione Stanton, Berner, Handel e Juhem e si ritrova al termine del girone eliminatorio con nove punti che sono sufficienti per proiettarlo fra i magnifici quattro semifinalisti. In sua compagnia ci sono l'inglese Shaman con 12 punti su 13 turni, il francese Tastet con 9,5 punti e il sorprendente svedese Berner con 9 punti.

(continua dopo i risultati...)


Un importante ruolo ha avuto Augusto che negli ultimi turni ha battuto Jensen, Berner e Feinstein, tutti avversari diretti di Feancesco, e ha concluso con un ottimo quinto posto ex-aequo. Io ho raggiunto il punteggio preventivato e mi sono piazzato nono con sette punti in compagnia del deludente giapponese Sakaguchi che era dato per favorito. Negli ultimi quattro turni la nostra squadra ha conquistato 10 punti su dodici, realizzando, probabilmente, il miglior risultato parziale mai ottenuto dall'Italia. Grazie a questo exploit ci classifichiamo al terzo posto in una classifica a squadre che vede vincitrice la Gran Bretagna che deve ringraziare soprattutto un certo Shaman il quale appena l'anno scorso difendeva i colori degli USA; al secondo posto troviamo la Francia che ci precede di solo mezzo punto di vantaggio; mentre ci mettiamo alle spalle tre formazioni che quasi sempre ci hanno sopravanzato: Svezia, Danimarca e Stati Uniti.
In virtù dei risultati del girone eliminatorio gli incontri di semifinale sono: Shaman-Berner e Tastet-Marconi.
Shaman pareggia la prima partita ma poi vince agevolmente le altre due accedendo così alla finale.
Nell'altra semifinale Tastet scheglie il Nero per il primo incontro che si sviluppa sulla Rose e vede Francesco imporsi per 33 a 31. Con questo bel risultato crescono le speranze di vedere un italiano in finale, anche perché Francesco ritiene che l'apertura che giocherà nella partita successiva con il Nero sia più vantaggiosa per lui. Purtroppo le cose non vanno come previsto in quanto Tastet, che è un giocatore molto scrupoloso, aveva studiato molto bene la variante delle Heath che Francesco gioca abitualmente, tanto da vincere per 60 a 4 nella seconda partita e costringere il nostro all'abbandono nella terza che si sviluppa sulla stessa variante della seconda.
La finale tra Shaman e Tastet vede il francese imporsi con un doppio 35 a 29 senza che l'inglese dia mai l'impressione di riuscire ad opporsi all'ottima preparazione teorica del primo. Francesco deve accontentarsi di un terzo posto ottenuto a scapito di Berner.
Un terzo posto in un Campionato Mondiale non è mai da disprezzare, soprattutto quando è inaspettato, tuttavia è un peccato buttare via le possibilità di giocarsi la finale a causa di una cattiva preparazione teorica. Francesco gioca la stessa apertura da almeno cinque anni è ciò ha permesso a Tastet di prendere le opportune contromisure dimostrando che quella variante è inevitabilmente perdente. Quello che mi meraviglia di più è che, in tutto questo tempo, nessuno trai giocatori italiani che giocano la diagonale abbia trovato le mosse giuste per il Bianco, se lo avessero fatto forse questo articolo sarebbe stato diverso.
Marc Tastet sicuramente il più gentile e garbato tra i giocatori stranieri, ha meritato questa vittoria con una costante partecipazione ai tornei internazionali ai quali ha unito dei viaggi di studio in Giappone e in Russia a dimostrazione che con un costante impegno è possibile raggiungere qualunque traguardo.
Lasciatemi dire due parole su quello che credo sia il motivo del fallimento dei giapponesi. La loro squadra viene composta con il seguente criterio: due posti spettano al campione e alla campionessa giapponese, il terzo ad un dirigente della federazione. Il primo è di solito fortissimo e a lui sono legate tutte le speranze di vittoria, la seconda lo è molto meno e il terzo non lo è per niente. Il campionato giapponese è durissimo tuttavia, a causa del suo regolamento (eliminazione diretta su partita secca), si presta a colpi di mano da parte di giocatori in giornata di grazia e/o particolarmente fortunati come deve essere successo quest'anno a Katsushiro Sakaguchi. Auguriamoci che l'anno prossimo il Giappone non formi una squadra con Tamenori, Murakami e Tazikawa allo scopo di dimostrare chi è veramente il più forte.
Per troppi anni le speranze di ottenere un buon risultato ai Campionati Mondiali di Othello si erano scontrate con la dura realtà di prestazioni mediocri e deludenti. Nonostante il movimento othellistico italiano fosse indubbiamente uno dei più significativi dal punto di vista numerico il livello assoluto dei giocatori di vertice non era paragonabile a quello degli stranieri. La causa di ciò è probabilmente da ascrivere allo scarso impegno che la precedente gestione della Federazione ha profuso nei confronti dei giocatori più forti; e, piuttosto che parlare dei fallimenti in termini di risultati che sono sotto gli occhi di tutti, ci tengo ad evidenziare un'altra e forse più triste conseguenza: i giocatori italiani vengono completamente snobbati dagli stranieri che ci ritengono nettamente inferiori tanto da arrabbiarsi quando vengono battuti da uno di noi.
Concludo con la speranza che il positivo risultato di quest'anno sia solo il primo di una lunga serie che conduca, perché no, alla prima vittoria in un Campionato Mondiale di Othello.

Donato Barnaba


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