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XIII Gran Maestro |
19 e 20 Ottobre 1997 |
Studio famiglia Stanzione - Torre del Greco (NA) |
Vincitore: Roberto Sperandio |
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Formula: 10 turni + finali
Per la prima volta il Gran Maestro si spostava a Torre del Greco, merito anche della crescita dei maestri Benedetto Romano e Pierluigi Stanzione, che occupavano un posto sempre più ponderante nel palcoscenico Othellistico italiano. Ma se la scelta, da un punto di vista meritocratico era del tutto giusta, dal punto di vista strategico ha portato a qualche defezione di troppo. Moltissimi giocatori hanno rinunciato alla convocazione del prestigioso Gran Mestro, chi per impegni personali, chi di lavoro, chi spaventato dalla trasferta Campana. Così ci si ritrova il 19 Ottobre in sei giocatori, equamente divisi tra maestri Campani e Romani, e la necessità di rivedere una formula che su due gironi non avrebbe funzionato. Si opta quindi per girone all'italiana di andata e ritorno (per un totale di 10 turni) con finali da disputare tra il primo e il secondo classificato (per il titolo di Gran Maestro), fra il terzo e il quarto, ed infine tra il quinto ed il sesto, per definire tutte le posizioni della griglia.
(continua dopo i risultati...)
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Ai nastri di partenza Roberto Sperandio, Benedetto Romano e Andrea Silvola sembravano avere qualche chance in più, ma nessun matchera da sottovalutare, tanto che, nello scontro diretto, ogni giocatore poteva dire la sua, ed influenzare dunque l'esito del girone. I 10 turni di qualificazione parlano di un Roberto in grande forma, capace di ottenere 18 punti su 20. Alle sue spalle Benedetto Romano, con 15, fermato una volta dallo stesso Roberto, da un grintoso Luigi Lamberti e dal pareggio di Silvola nell'ultima tornata. Silvola e Lamberti sono appaiati con 10 punti alle spalle dei capolisti, mentre Vecchi e Stanzione occupano le ultime due posizioni della classifica. Tutti sanno che la finale sarà più equilibrata di quello che dice il girone. Se è vero che Roberto è stato più costante, è altrettanto vero che il suo parziale con Benedetto, diretto inseguitore è di una vittoria a testa. Mentre Silvola regola con un secco due a zero Lamberti per il terzo posto, e Vecchi fa lo stesso con Stanzione per il quinto; la finale per il primo posto ha bisogno di un'ulteriore partita di spareggio, con il risultato fermo sull'1 a 1. Ma dopo le prime due partite molto equilibrate, Roberto Sperandio prende le misure e si impone per 47 a 17, bissando il titolo di Gran Maestro già vinto lo scorso anno.
Per il racconto delle finali ci affidiamo all'analisi dello stesso Roberto, descritte nelle righe che seguono.
Tratto da Nero su Bianco Anno 1997 n.2
Dentro lo studio della famiglia Stanzione, nel massimo silenzio, si sono giocate le tre finali del GM:
Finale 1. Dopo la perpendicolare di Benedetto preferisco giocare la Tigre (5.c4) che ci porta sulla solita sequenza dell'apertura Scorpione (...8.f3;9.e6;10.e7;11.d7). 12.c5; 13.c6; 14.g6 è la linea che abbiamo già giocato nel girone eliminatorio di questo torneo con il continuo 15.g5; 16.f7; 17.e8; 18.c8... (ndr. Romano aveva avuto la meglio). Così in questa prima partita di finale, scelgo la variante sul bordo 15.d8, molto popolare nei tornei internazionali di quest'anno. Dopo 16.f7 e 17.d2 il nero, a mio avviso, è in vantaggio. Migliore sarebbe stato giocare prima 16.c7 con il seguito 17.c8, poi 18.b6. Il punto è che in ogni modo adesso si sono creati due schieramenti compatti e spetta proprio al bianco giocare per primo sul muro dell'avversario. 18-b6 punta alla successiva mossa in e3 che il nero può togliere giocandoci. Ora Benedetto cerca di farmi prendere posizioni sbilanciate sui bordi per sfruttarle nel proseguo della partita. Abbiamo 20.c8; 21.b8; 22.f8, tutto ciò non mi dispiace. In ogni caso ho un vantaggio di mosse e non mi dispiace neanche la posizione con cui giocare. Spetta sempre al bianco fare la prima mossa nelle porzioni di spazio ancora vergini. Prima di fare la 23a mossa però, mi preoccupo non poco della sequenza 23.c7; 24.b5; 25.b4 perché porta ad una forte presa del bordo ovest del bianco con 26.a3. Ora non posso muovere girando la pedina f3 per la dura replica del bianco in b3, ed è anche molto delicata la posizione del nero per giocare su muro est dell'avversario (magari in g5 o in g4) a causa della brutta influenza del tre sbilanciato. L'unica soluzione per non perdere il vantaggio guadagnato è quella di prepararsi a sacrificare l'angolo a8, sfruttando il fatto che il bianco è già a corto di mosse ed un'ulteriore tempo di gioco perso potrebbe essere decisivo. 27.a6; 28.a5; e poi in x 29.b7 ed il gioco è fatto! Se il Bianco conquistasse subito l'angolo in a8, il Nero giocherebbe in e8 e dopo a7 replicherebbe in a4. Benedetto prova con 30.e2 ma ovvie le repliche 31.f2; 32.a8; 33.a8; 34.a7. Mi ritrovo in ottima posizione dopo aver obbligato il bianco a prendere un cinque a nord. Posso vincere tranquillamente la partita ma non sfrutto la forte 43 in b6 (+24) preferendo il sacrificio di un altro angolo per poi sfruttare il cinque sbilanciato dell'avversario ed ottenere h1. Altri errori mi portano a dover fare le ultime mosse a denti stretti. Più mi avvicino alla sessantesima mossa e più mi accorgo di realizzare 33 pedine, appena il giusto per vincere la partita.
Finale 2. Sulla mia perpendicolare Benedetto Romano preferisce la tanida (7.g5) alla sua solita Barca a Vela. Dopo 8.f3 anche lui preferisce giocare qualcosa di diverso dalla linea standard e gioca 9.g6. 10.e7 è necessaria per il Bianco mentre la 15.h4 porta in buona posizione il nero. Ora non gioco in e2 per la forte replica in g3, ed alla fine scarto anche h3 perché il Nero può replicare sempre in g3 e dopo h6, h2, b3 e c6 le cose si mettono male. Non mi rimane che giocare 16.g3, e dopo 17.e2 ho 18.h3. A questo punto 19.h3, a mio aviso, è la migliore, perché dopo può giocare anche in f3 facendo collassare la mobilità del Bianco. Dopo 19.h5 posso giocare 20.h6 e togliere la possibilità di far muovere l'avversario in f2. Dopo 21.d6 e 22.c6 Benedetto sceglie 23.f8 ed il Bianco è costretto a perdere il centro e con esso la possibilità di controllare la partita. La mossa d'attesa 24.b3 è una buona scelta ma ottima è la replica sul bordo sud 25.d8! Entro un po' nella confusione dopo aver subito una mossa inattesa e soprattutto molto valida. Scarto la possibilità di entrare nello spazio chiuso e8 perché ritengo negativa la posizione dopo 27.c7; 28.d7; 29.c8. Non riesco a capire che dopo questa sequenza c'è 30.f2 che non è così male visto che il Nero non ha accesso in d2 e non può neanche giocare in c3 per l'influenza della pedina c7. Preferisco 26.c2, ma dopo 27.d2 ritorno sui miei passi entrando in e8. Penso che l'unico modo per non chiudermi completamente sia quello di guadagnare un tempo sul bordo, magari anche sbilanciandomi, tutto per riuscire ad arrivare nel finale con la possibilità di contare sulla parità. Infatti, dopo poche mosse mi ritrovo un cinque sbilanciato sul bordo nord. Il punto è continuare con logiche di finale partita badando più che altro agli spazi dispari e pari che si possono creare. Benedetto fa la sua ovvia 37.c7 e io rispondo con 38.c3 controllando la diagonale principale c3.f6. A questo punto 39.a3 non funzionerebbe perché riguadagnerei la diagonale giocando in casella X (40.b2), invece 39.a2 complica la vita, infatti anche se ho un finale vincente di +4 commetto diversi errori perché è tutt'altro che facile trovare la strada giusta. Bravo Benedetto ad approfittarsi dei miei sbagli, prevalendo per 36-28 e in base ad un miglior scarto pedine può scegliere di giocare con il bianco la terza partita... finora però ha sempre vinto il nero.
Finale 3. Scelgo ancora l'apertura Scorpione, come per la prima partita, sapendo che la variante sul bordo 15.d8 non è molto conosciuta dal mio avversario (... pensare che ai mondiali ho portato proprio questa apertura perdendoci tutte le partite!). Questa volta Benedetto gioca 16.b6 e dopo 17.c8 una variante 18.f8. Con 20.b4 la situazione diventa molto difficile per il Bianco che sta perdendo troppa mobilità (... sicuramente migliore 20.b6 che ha il fine di giocare prima del nero in e3!). 22.e8 punta a giocare in g5 avendo girato la pedina in e7, 24.b5 è molto pericolosa perché ora il Nero ha la possibilità di girare e7 giocando in a3. Dopo la mia 25.a4 è necessario giocare in g5 o ancor meglio proprio in a3 (che ha una duplice importanza visto che conserva anche la mossa in g5...), 26.a6 invece lascia via libera al Nero. La strategia del Nero è molto attenta e dopo le mosse semi-obbligate dalla 28a alla 34a è molto forte la sequenza: 35.d1; 36.f1; 37.c2. Ora 38.a5 non funziona perché la risposta in a7 non gira la pedina b6 cosicché il Bianco non può contare sull'attacco al cinque del bordo sud. Anche 38.b1 non va più di tanto perché il Nero ha ancora la possibilità di giocare indisturbato h6 (questa mossa è il grosso vantaggio dell'apertura...). La partita finisce con una buona vittoria del Nero per 47-17 che mi consente di conservare il titolo di Gran Maestro.
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