Tratto da OthelloNews Anno IX (1993) n.4
Modena, 16° Campionato Italiano: un milanese a sorpresa PROLOGO. La classifica rating del buon Privitera mi contrassegnava ancora tra i giocatori in attività, personalmente però ritengo oramai di essere un ex giocatore di Othello. I soli tornei a cui prendo parte sono quelli che mi passano proprio sotto il naso e per di più in momenti in cui non ho altri impegni. Ciò non di meno ogni anno, nella stagione del Campionato Italiano, provo un'improvvisa voglia di misurarmi con i migliori giocatori nazionali, ben sapendo peraltro di non avere alcuna chance di successo. Quest'anno poi che la competizione tricolore si disputava a Modena, al desiderio di giocare si aggiungeva la curiosità di conoscere una città in cui non ero mai stato e di verificare personalmente le mitiche capacità organizzative dei coniugi Ottani. Così, accordatomi con il già nominato Biagio ed ottenuto il viatico da moglie e figlia (che in realtà penso sia ben contente se ogni tanto mi tolgo dai piedi), sono partito alla volta di Modena, città che evoca immagini di macchine fantastiche, ottima cucina e, perché no, donne prosperose. Il treno mi scarica sul suolo emiliano quando ormai sono le otto di sera e la prima sensazione che provo è il poco gradevole impatto con il clima locale, caratterizzato da una gelida umidità. Da buon microemigrante mi ritrovo così già a rimpiangere il sole delle ottobrate romane mentre affretto il passo verso il fortunatamente vicino Hotel Milano. Giunto nella Hall mi informo subito sugli othellisti che mi hanno preceduto. All'appello mancano solo tre macchine dei miei concittadini, rimaste bloccate sull'autostrada dal solito ingorgo gigante, il mio compagno di camera Privitera, che tra l'altro viene dalla Francia ove è impegnato per lavoro ed il genovese Fasce il cui arrivo è previsto per la mattina successiva. Già in clima pregara sono: i milanesi Barnaba e Antonelli, la nutrita compagine torrese, idealmente capitanata da Luigi Lamberti e dal giovane Stanzione, il toscano Comerci e tutti gli altri giunti dalle località italiane più disparate. Una rapida doccia per smaltire il viaggio ed eccomidi nuovo nella hall e rimediare le solite lamentele sui proverbiali ritardi di OthelloNews: "Non ho ancora ricevuto il numero 2, ma è stato fatto? ... il numero 1 mi è arrivato a Maggio...". Un tempo a frasi come queste un po' mi seccavo perché mi sembrava che di tutto il lavoro fatto l'unica cosa rimarcata fosse egativa, mai qualcuno che dicesse "mi è piaciuto quell'articolo", oggi vivo la pur meritata critica in una valenza positiva: chi si lamenta dei ritardi è perché desidera leggere il nostro giornale e quindi implicitamente lo apprezza (la vecchiaia per certi versi aiuta). Luca Ottani svolge egregiamente il suo compito di anfitrione illustrandoci il programma per il giorno dopo, indicandoci locande di tutti i tipi ove andare a rifocillarsi ed informandoci sulla situazione dei dispersi in autostrada. Opto per una passeggiata solitaria, un rapido spuntino ed un altrettanto veloce giro di Modena by night. Torno giusto in tempo per l'arrivo del Presidente Perotti al cui seguito c'è niente popò di meno che la squadra Campione Italiana (alias famiglia Tramma) e l'ormai sempre presente Elisabetta Vecchi. Anche Privitera è giunto in albergo e, dopo quattro chiacchiere bicolori, ci ritiriamo in camera. Gli ultimi momenti della giornata sono spesi ovviamente per la partitella che troviamo il modo di disputare quasi per corrispondenza, ognuno disteso sul proprio letto con in mano un Othello tiny (piccola scacchiera elettronica n.d.r.) a dettarsi le coordinate delle mosse prescelte, ovvero, per dirla alla Asterix, SPQO (sono pazzi questi othellisti).
LA GARA. Sabato mattina le solite operazioni di punzonatura ufficializzano che siamo in dodici a disputarci questo 16° titolo italiano. Il Campione Italiano di Categoria Luca Ottani sceglie di misurarsi con i maestri ed è il solo a tentare il grande salto, Biagio Privitera invece opta per non prendere parte al torneo ed assume la veste di giudice arbitro. Favoriti d'obbligo sono Francesco Marconi, Donato Barnaba ed Andrea Silvola; in pratica i soli tre in grado di imporsi nei principali tornei del 1993. Alle loro spalle un gruppetto di outsiders quali Stefano Antonelli, Mauro Perotti e Roberto Tramma, ai quali non pare si possano concedere molte chances. Chiudono il lotto dei partecipanti sei giocatori piuttosto predestinati alla sconfitta. Il primo turno sembra la conferma dei pronostici con l'eccezione di Perotti, sconfitto da Pietro Rossi, ma per una bandierina caduta all'ultima mossa. Seconda partita e ancora il presidente tradisce il pronostico, perdendo con il neo Maestro Enrico Colangiuolo, sulle altre scacchiere da sottolineare il successo di Barnaba su Silvola in quella che ormai è una delle sfide tradizionali dell'othello nostrano. Nella tornata successiva Barnaba e Colangiuolo replicano battendo rispettivamente Marconi e Silvola. Si va alla pausa per il pranzo con il solo Donato a punteggio pieno, mentre ottani è l'unico a zero punti. Il pasto, come quasi sempre in questi casi, si riduce ad una semplice formalità, un po' per la tensione inevitabilmente accumulata, un po' per la paura di appesantirsi in vista dei successi incontri. Al rientro in pista Colangiuolo conferma di essere in pieno stato di grazia, battendo Barnaba, i milanesi trovano però un'immediata consolazione nella vittoria di Antonelli su Marconi. Dopo il quinto turno la situazione si ingarbuglia ancora di più. Solo Antonelli, che batte Barnaba, può ritenersi sufficientemente tranquillo con i suoi otto punti. Alle sue spalle dieci giocatori in due punti precedono lo sconsolato Ottani, sicuramente estromesso dalle eliminatorie ad otto. Nella sesta partita un Marconi in non ottime condizioni fisiche trova la maniera di far vincere il sottoscritto e di porre in forse la propria qualificazione. Ed eccoci la resa dei conti. Marconi, Perotti e Roberto Tramma debbono assolutamente vincere per centrare l'obiettivo della qualificazione. Particolarmente gravoso appare il compito del presidente che deve affrontare Andrea Silvola. I tre riescono nel loro intento andando ad aggiungersi a Colangiuolo, Barnaba, Silvola, Antonelli ed il sottoscritto. Da scalpore il primo e meritato posto di Enrico Colangiuolo per il quale qualcuno propone l'esame antidoping. Deludente la prestazione di Luca Ottani che, forse anche distratto dai doveri organizzativi, chiude senza aver ottenuto nemmeno il punto della bandiera. Sufficienti le prove dell'altro neo Maestro Pietro Rossi, di Roberto Venerito e Leandro Tramma, con quest'ultimi due sicuramente in credito con la fortuna. La giornata othellistica si chiude con una vivace e costruttiva Assemblea dei Soci ove tra l'altro viene nominato il nuovo Consiglio Nazionale. Quindi tutti a cena, chi di qua, chi di là, ma certo tutti a discutere su un fantomatico angolo ceduto troppo presto, di una mossa sbagliata ignobilmente, di una bandierina troppo sensibile alla forza di gravità o di una grandiosa vittoria. Con Biagio scelgo di andare in pizzeria per poi effettuare un altro giro panoramico della città. Qualche minuto a discutere se il campanile della stupenda Ghirlandina sia realmente in pendenza e via sulla strada dell'albergo. Privitera però, pur dall'alto della sua esperienza da vecchio scout, si affida al mio collaudato senso dell'orientamento di abitante di megalopoli ed è così che dopo circa un'ora di peregrinare a vuoto, scopriamo di essere nella parte opposta di Modena. Rientriamo all'hotel Milano a mezzanotte passata, troppo stanchi per rivedere aperture e per studiare strategie, non ci resta che andare a dormire. Il sole saluta la mattina di domenica. La classifica delle qualificazioni ha prodotto un tabellone un po' sbilanciato. Nella parte alta si affrontano Colangiolo contro Tramma e Maccheroni contro Antonelli, da cui scaturisce un finalista che quanto meno rappresenterà l'Italia al Mondiale di Londra. In basso ci sono invece le sfide di Barnaba contro Perotti e Silvola contro Marconi. Antonelli, Tramma e Perotti vincono con sicurezza le proprie sfide, più stentato il successo di Marconi che prevale con una vittoria ed un pareggio. Antonelli domina anche la semifinale, mentre Perotti ha ragione del Campione Italiano uscente solo grazie ad una risicatissima e preziosissima differenza pedine. Si giunge così alla finale con la certezza che un nome nuovo sarà iscritto nell'Albo d'oro della manifestazione. Antonelli sceglie di giocare con il Nero e sulla diagonale del proprio avversario opta per il "Bufalo", apertura che gli concede un buon vantaggio che risulterà incolmabile. Nel secondo incontro è di scena la perpendicolare che verrà sviluppata secondo la sequenza "Rose" he è conosciuta come variante Greenberg. La partita appare piuttosto incerta, ma nel finale il Presidente Perotti riesce a sfruttare l'eccessiva chiusura del proprio avversario. Terza e decisiva partita, ci si aspetta che Antonelli opti per il nero, ma a sorpresa il milanese replica perfettamente l'apertura del secondo incontro e propone una variante solo alla mossa 24. Alla mossa 47 Perotti dispone di un finale vincente, ma pone in H5 anziché nella corretta B2 e con questo errore consegna il titolo al milanese. Per la cronaca Stefano Antonelli è il primo giocatore ad aver bissato a livello assoluto il titolo di Campione Italiano di Categoria ottenuto nel 1990.
EPILOGO. Con la tristezza tipica dei commiti si sbrigano le formalità delle premiazioni e dei saluti poi via verso casa. Anziché prendere il treno come all'andata mi faccio convincere ad andare in macchina con Marconi, Silvola e Guarini. Non faccio in tempo a salire sulla scardellatissima A112 di Francesco che già sono pentito della mia scelta. In verità la compagnia è gradevole e, anche se Silvola e Guarini fumano come turchi, le risate non mancano. A mettermi un po' in apprensione è l'autista che, forse per la delusione patita in gara, vive una crisi di identità e così, anziché il mite Francesco Marconi, mi trovo accanto uno spericolato bullo di periferia intento a maramaldeggiare su altri ignari guidatori malcapitati. Tra mille peripezie giungono, affumicati ma vivi, al castello di Fiano Romano che in pratica annuncia la Capitale. Siamo nella coda di rientro dal week end, Francesco spegne un attimo il motore ed al momento di ripartire sorpresa sorpresa... la macchina ci comunica che ha tirato le cuoia! Seguono scene fantozziane con tre imbecilli othellisti che imprecando a Murakami e Maruoka spingono per chilometri un ex campione italiano intento a riesumare un automezzo defunto. Quando ormai siamo alla disperazione mi ricordo di un amico che abita nei dintorni (Carmelo Carrus n.d.r.) lo chiamo e dopo aver accannato la povera A112 all'Autogrill, riprendiamo questa volta felicemente per la strada di casa. E' quasi mezzanotte quando finalmente rimetto piede nella mia abitazione. Un ultimo pensiero prima di cedere al sonno va ancora alla gara di Modena, agli amici incontrati, agli incontri disputati e come ogni anno mi addormento con la promessa che do che non manterrò: "l'anno prossimo mi alleno e batto tutti!"
Alessandro Maccheroni
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