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XII Campionato Italiano |
16 Settembre 1989 |
Oratorio Chiostro di San Fermo Maggiore - Verona |
Vincitore: Paolo Ghirardato |
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Formula: 9 turni + semifinali e finali
Il XII Campionato Italiano porta nuovamente alla ribalta uno scatenato Paolo Ghirardato, in grado di vincere ogni partita disputata. Commenti approfonditi dopo i risultati...
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Tratto da OthelloNews Anno V (1989) n.4
Paolo Quinto Ebbene sì! Ho vinto di nuovo il Campionato Italiano di Othello. Già immagino tutti gli afficionados di questo giornale sbuffare e dire: "che noia!". Ma voglio assicurarli che questa volta ho fatto veramente di tutto per non vincerlo. Tanto per cominciare non ho toccato scacchiera per i nove mesi precedenti il Campionato, non parliamo poi di studiare aperture e partite. Perciò sono arrivato a Verona convinto di vedere vecchi amici, fare qualche piacevole partita ad Othello, perdela, e poi salutare tutti dopo aver trascorso un bel week-end. Ma il caso cospirava contro di me: Francesco Marconi, bloccato a Roma per impegni militari, era costretto ad adottare la tattica di Morolli (non presentarsi). Lo stesso dicasi per l'Eccellente Direttore di questo giornale, detto "Mina Vagante" per la sua pessima abitudine a battermi, questi per motivi di "paternità". Infine Augusto Brusca si presentava ancora più rinunciatario di me. Ironia della sorte, il mio stato di assoluta tranquillità mi ha portato a giocare ad un livello medio molto più alto di quello che avevo nei tornei per i quali mi ero allenato. Ma veniamo ai fatti. Il 16 settembre mattina, mentre Verona sonnecchiava pregustando un caldo week-end di fine estate, i soliti pazzi si richiudevano nel (peraltro splendido) oratorio del Chiostro di San Fermo Maggiore "per decidere le sorti della patria". Sembrava di essere tornati giovani: la simultanea presenza mia, di Augusto e di Alberto Ranieri non si verificava dal 1985 (anno faustissimo). Ma nel torneo Assoluto c'erano anche tanti nomi nuovi rispetto all'85: maestri consolidati come Militello, Perotti e Silvola, il neo-maestro Roberto Tramma e il coraggioso Gianfranco Buccoliero di Torino, che decideva di partecipare al torneo maggiore. Il torneo di categoria vedeva la partecipazione di vecchi e nuovi nomi tra i quali, meraviglia delle meraviglie! due milanesi: il "mio" allievo Donato Barnaba (che in realtà è di Taranto, ma studia a Milano) e Roberto Fanello. In tutto al via si presentavano in ventinove, un ottimo risultato per un Campionato "provinciale" (dove provinciale va letto "non tenuto nella Capitale", nessun senso dispregiativo). Al primo turno si assisteva subito ad un big match: io contro Mauro Perotti. Ne avevo ragione, ma dovevo impegnarmi non poco. Sul versante delle Promesse nulla da segnalare. Al secondo turno ero costretto ad impegnarmi di nuovo per battere Andrea Silvola, mentre Alberto Ranieri aveva ragione del Presidentissimo Puzzo e Bruno Militello batteva un Perotti lievemente stordito. Dall'altra parte le acque erano ancora tranquille anche se cominciavano a mettersi in luce Comerci, Cordiner, Fanelo, Giangregorio e Tardia. Il sorteggio aveva evidentemente deciso di riportarmi in forme con una terapia d'urto: dopo le erculee fatiche dei primi turni andavo ad un soffio dalla sconfitta con il Presidente. Per un colpo di sfortuna gli cadeva la bandierina nel fare l'ultima mossa, dandomi un'immeritata vittoria (in realtà aveva vinto 42-22). Dietro di me venivano Ranieri e Silvola, mentre Mauro Perotti si riscuoteva e batteva Augusto. Tra le promesse Cordiner e Tardia battevano rispettivamente Fanello e Giangregorio, portandosi con Comerci alla vetta della classifica. Dopo pranzo avevamo un turno abbastanza tranquillo; io proseguivo imbattuto con Alberto Ranieri nella mia scia. Invece nel torneo di categoria l'atmosfera cominciava a farsi calda: Andrea Cordiner aveva ragione di Tardia e Comerci batteva Sonelli, mentre Giangregorio, Fanello e Leandro Tramma seguivano. Nel quinto turno Brusca e Silvola battevano rispettivamente Puzzo e Perotti. A questo punto, la classifica del torneo Assoluto era la seguente: io a pieni punti, seguito da Brusca e Ranieri a otto punti e poi da Militello e Silvola a sei punti. Seguivano Perotti a quattro, Puzzo e Tramma a due e Buccoliero a zero. Negli altri tavoli Cordiner aveva ragione di Comerci e si portava da solo al comando, mentre Pasquale Giangregorio batteva Fanello e Leandro Tramma batteva Tardia. Al sesto turno, mentrer io battevo Ranieri, Perotti aveva ragione di uno spento Puzzo e Brusca batteva Roberto Tramma. Dalla parte delle Promesse si aveva una (parziale) sorpresa: Cordiner perdeva con il campione uscente Giangregorio, che lo raggiungeva insieme a Leandro Tramma; nel frattempo Donato Barnaba, dopo essersi immerso nella zona bassa della classifica, cominciava a riemergere, portandosi ad otto punto, alle spese del concittadino Fanello. Durante il settimo turno, mentre io approfittavo del riposo per fare del turismo, Augusto si portava alle mie spalle seguito da Ranieri e Silvola. Cordiner liquidava Barnaba, mentre Giangregorio batteva Leandro Tramma. Nel torneo di categoria cominciava a prospettarsi dunque una classifica bicipite con Cordiner e Giangregorio in testa, seguiti da Tardia e Leandro Tramma e poi da Arcudi, Barnaba, Cena, Comerci, Fanello e Sonelli. Nell'ultimo turno della giornata Brusca batteva Ranieri e vincevano anche Silvola, Perotti e il sottoscritto. Mentre al torneo Assoluto mancava ancora un turno, il torneo Promesse si chiudeva con le vittorie di Cordiner su Leandro Tramma, Giangregorio su Arcudi e Tardia su Sonelli. Dunque gli otto finalisti risultavano (nell'ordine): Cordiner, Giangregorio, Tardia, Leandro Tramma, Comerci, Barnaba, Fanello e Arcudi. Finita la dura giornata di gioco si andava in blocco a mangiare una meritatissima pizza. In pizzeria, tra un boccone e l'altro, veniva tenuta l'assemblea federale, poi gli atleti se ne andavano a dormire, mentre io, Augusto e Alberto Ranieri ci perdevamo per le vie di Verona facendo del turismo notturno. La mattina di domenica si cominciava con l'ultimo turno del torneo Assoluto: mentre la partita tra me ed Augusto non riservava emozioni (eravamo già qualificati), importante era lo scontro tra Mauro Perotti ed Alberto Ranieri, che si dovevano contendere l'ultimo posto libero in semifinale. Vinceva Mauro perciò i semifinalisti erano (in ordine): Ghirardato, Brusca, Silvola e Perotti. Nel frattempo nel torneo di categoria venivano giocati i quarti di finale: Cordiner battteva Riccardo Tramma (sostituto di Arcudi) nettamente, mentre Leandro Tramma batteva Comerci, Barnaba si imponeva su Tardia e Giangregorio vinceva a tavolino su Fanello, costretto a tornare a Milano. Nelle semifinali io mi ritrovavo di fronte a Mauro Perotti e ancora una volta dovevo impegnarmi per averne ragione (tutto sommato penso che le partita con Mauro siano le più belle che abbia giocato nel torneo), mentre Augusto batteva Silvola abbastanza facilmente. Dall'altra parte Cordiner batteva Tramma (ciascuno vinceva una partita, ma Andrea passava per differenza pedine) e Giangregorio si imponeva su Barnaba (vinceva la prima e pareggiava la seconda). Dopo pranzo cominciavano le finali. La prima partita mi ha ricordato il campionato dell'85. Dopo una bella apertura Augusto si assestava saldamente al comando. Io, ormai abituato ad essere in svantaggio in apertura mi dicevo: "perderò ma non senza vendere cara la pelle!". Ho esagerato: alla fine riuscivo a vincere grazie ad un errore di inizio finale di Augusto. Questi, dopo la prima partita ha deciso che non era giornata. Nella seconda partita, nonostante che gli facilitassi la vita con un gioco sperimentale, Augusto commetteva un madornale errore e, come sua abitudine, abbandonava, regalandomi il quinto titolo. L'incontro più importante era però Silvola-Perotti, e destava anche più emozioni. Mauro vinceva la prima partita di misura (33 a 31), perdeva la seconda più nettamente (21 a 43) e con un finale mozzafiato si assicuravail viaggio a Varsavia nella terza (vincendo 35 a 28). Anche nel Campionato di categoria la finale era travagliata: Cordiner vinceva la prima 37 a 27, Giangregorio vinceva la seconda 39 a 25 e infine Andrea vinceva la terza 38 a 26. L'uniformità dei risultati ci permette subito di apprezzare il sostanziale equilibrio tra i due. Per il terzo posto Donato Barnaba aveva ragione in tre partite di Leandro Tramma. Dopo la finale tutti, campioni e non, si gettavano a capofitto su un ricco buffet organizzato dalla Cooperativa "La Mongolfiera", che ha egregiamente svolto la parte organizzativa del torneo. A questo punto occorre tirare le conclusioni di queste due stancanti giornate. Sul versante delle Promesse vediamo la sostanziale riconferma di Pasquale Giangregorio e di Andrea Cordiner, che io ricordo dominatore dello scorso torneo di Milano. Entrambi mi sembrano delle ottime "promesse" per l'Othello italiano. Ma permettetemi anche un po' di sciovinismo: sono molto contento per la prestazione di Donato Barnaba, che comincia a farsi vedere per quel valente giocatore che è. Sono sicuro che presto la rivalità Roma-Milano si riaccenderà (ultimamente si era un po' sopita, siamo troppo amici) e questo non potrà che essere positivo. Sul versante del torneo Assoluto la situazione mi sembra più stagnante: io ed Augusto siamo più o meno a riposo e solo Francesco Marconi può ancora dare qualche (spero grande) soddisfazione alla madre patria. In un panorama un po' grigio, aspettando che i giovani maestri si facciano avanti, risalta Mauro Perotti, l'unico giocatore ad alto livello che si stia allenando e che cerchi di migliorare. Spero che questo risultato lo aiuti a superare le barriere emotive che gli avevano impedito sinora di ottenere grandi risultati. Infine permettetemi di chiudere come ho cominciato: parlando di Paolo V. Come ho già detto non mi ero allenato per questo torneo, e invece ho raggiunto un livello di costanza (ho vinto tutte le partite e quasi sempre con buoni scarti) che non avevo mai avuto. Si è sempre detto che il principale problema di noi italiani è che siamo a sprazzi dei grandi giocatori, ma non siamo costanti. Questo è dovuto sia a questioni caratteriali, sia alla nostra scarsa abitudine all'alta tensione emotiva di un torneo. Io ho risolto il mio problema allentando il mio impegno, prendendo tutto più alla leggera, ma non sono sicuro che questo mi gioverà in un torneo di altissimo livello tecnico come il Campionato Mondiale (posso essere tranquillo quanto voglio, ma c'è troppa gente allenata). Invece la soluzione corretta mi sembra quest'altra: fate più tornei che potete. Ovunque ci sia un torneo, di qualunque livello, se potete andateci. Perché non basta avere un alto livello tecnico, bisogna avere i nervi per sostenerlo lungo tutto un torneo, e anche i nervi si allenano.
Paolo Ghirardato
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